~Kiro's Baby. |
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| e prima di andare in pale... tadaaaaaan u.ù
capitolo 2
lo fissavo,ma lui non mi degnava nè di uno sguardo,nè di una parola. lo studiai velocemente: capelli corti bicolor dalla chioma bionda e i capelli cadenti neri, una frangia asimmetrica gli copriva la fronte larga. aveva il profilo più particolare che abbia mai visto in vita mia. tanta particolarità era data dal naso (troppo) all'insù e delle labbra che sembravano disegnate in modo da renderle inimitabili,carnose e molto definite. osservandolo in generale sembrava un ragazzetto di 16 anni. non di più,non di meno. era...piccolo! senza ancora degnarci di una parola mi soffermai sulla mano che poggiava sul volante senza farmi notare troppo. non piace mai essere osservati a lungo. ne so qualcosa. fumava. portava 3 anelli ed un bracciale di media grandezza accompagnato da altri braccialetti piccoli e sottili. aveva delle belle mani...e dalla loro costituzione potetti constatare che non aveva solo 16 anni. quel silenzio imbarazzante fu spezzato da una voce troppo marcata per un esserino così piccolo e minuto. "come mai non mi chiedi allarmata chi sono e dove ti stia portando?" chiese interrogativo senza staccare gli occhi dalla strada. "veramente mi stavo chiedendo come mai porti gli occhiali da sole. cioè...non in generale, proprio ora." dissi schietta. abbozzò un mezzo sorriso. "sono appena tornato da lavoro." disse poi. "che risposta è?" domandai senza aver capito cosa intendesse. "ah, pensavo non fossi una mia fan...invece a quanto pare non mi conosci proprio" disse fingendo di sembrare dispiaciuto. era evidente che stesse scherzando,gli si leggeva sul volto e nella pronuncia di quelle parole. "ehm...in realtà non ho la più pallida idea di chi tu sia, anche dopo averti guardato per 5 minuti" dissi sincera. "capisco." disse "ma non hai risposto alla mia domanda." continuò. "oh...bè, sono una tipa abbastanza spericolata. anche se stavo per domandarti dove diavolo mi stai portando!" risposi naturale. "a casa mia,ovvio" disse come se mi fossi dimenticata una cosa importante. "ovvio?" risposi incredula. "come ovvio? tu mi porti a casa tua e mi dici che è una cosa ovvia?" iniziavo a scaldarmi. "ecco vedi? fa male essere spericolati. pensa se fossi stato un maniaco." mi rimproverò. "oh bene fantastico, guarda non sapevo fosse pericoloso essere spericolati sai?" risposi battendo le mani a mò di presa in giro e annuendo con la testa. lo guardai spaesata. poi mi posi una domanda: ma chi cazzo è questo?? come sempre non seppi rispondermi. "seriamente...dove mi stai portando?" mi calmai. "bè...a casa mia." non mi diede il tempo di replicare "PERO'...c'è un motivo per cui lo faccio." mi disse poi alzando l'indice. "potrei avere l'onore di venirne a conoscenza?" dissi. stavo per perdere la pazienza. non mi durava mai molto. "un mio coinquilino mi ha detto che ti vede quasi ogni sera camminare per strada senza una destinazione precisa...e spesso..." si fermò, come se non riuscisse a finire la frase. "...ti vede piangere" finì poi con tono piuttosto dispiaciuto. si fece serio. abbassai lo sguardo arrossendo. ma quando mai ero arrossita? non capivo. "perchè ha mandato proprio te?" gli domandai in modo da non permettere al silenzio di avere la meglio. "se te lo dico poi scoppi a ridere." disse. fino ad ora non mi aveva ancora guardato in faccia. Dio se mi innervosiva! "intanto ti dispiacerebbe guardarmi almeno per una frazione di secondo? mi dà fastidio non essere guardata mentre mi si rivolge la parola!" dissi stizzita. si girò verso di me e mi guardò giusto per un secondo. ecco. lo odiavo. mi venne l'istinto di avvicinarmi. gli strappai via gli occhiali con fare aggressivo. non sono mai stata una reginetta di modi dolci e delicati. mi guardò stupito e con un velo di spavento negli occhi. l'avevo colto alla sprovvista. frenò. "che diamine ti salta in mente?" disse ancora stupito. "tu sei pazza" disse poi ritornando con gli occhi sulla strada e incrociando le braccia. sembrava così bambino. "tu...tu...cioè...tu..." cercavo di parlare. "mi hai riconosciuto?" una ventata di entusiasmo lo travolse. "ehm...in verità...volevo dire...tu...ti trucchi!" continuai facendomi uscire gli occhi fuori dalle orbite. il piccoletto si fece cupo. "ecco perchè hai messo gli occhiali da sole!" "sì,mi trucco. hai qualche problema? guarda che non ci guadagno niente a portarti a casa mia e cercare di farti star meglio!" disse. "devo dire a quell'idiota che la smettesse di fare opere buone. che rompiballe" disse stizzito fra sè, ma riuscii a sentirlo. "dai scherzavo! sai quanti ragazzi si truccano. è solo che non ne avevo mai visto uno da vicino,ecco. tranquillo." lo rassicurai. "andiamo,si sta facendo tardi" continuò poi come se io non avessi aperto bocca. imboccammo una strada per me totalmente nuova e in poco tempo ci trovammo davanti ad una casetta che si preannunciava a dir poco accogliente.
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