| “Ma ti rendi minimamente conto?” sbraitai mentre Ashley mi massaggiava piano il braccio “come cazzo fa.. come è possibile che un angelo come lui stia con una sciaquetta da due soldi come quella? Non lo credo minimamente possibile” esalai diventando rosso per lo sforzo. “Seby calmati” cercò di placarmi lei con voce vellutata. “Come posso calmarmi? Diamine sono un danno se lui” trattenei il respiro mentre una valanga di accuse mi riempiva la testa e la devastava “se Hannes..” balbettai rendendomi conto come il suono di quel nome fosse dannatamente musicale “lo venisse a sapere..” rabbrividii. “Fai in modo che non lo sappia, non credo che quel oca sia così ottusa da spifferare di essere stata con te, il problema è un altro” sentenziò Ashley acquisendo subito la mia attenzione. “Illuminami” sospirai alzando gli occhi su di lei. “Come dici al tuo bel fusto che sei cotto di lui senza farlo scappare a gambe levate?” Non ci avevo pensato. E se non fosse stato della ‘mia stessa natura’? Se mi considerasse un nulla? I miei pensieri, recentemente nati, non erano mai corsi in quella direzione, erano rimasti beatamente a vagare tra nuvole di zucchero filato. “Io.. non lo so” confessai cupo. “Ti ci vuole qualcosa per tirarti su ora, non ti vedo in grado di proseguire questo discorso ora cucciolo” “Cucciolo?” ignorò platealmente la mia domanda, continuando il suo discorso “qualcosa che ti faccia credere di più in te stesso” aveva gli occhi luccicanti e aveva iniziato a camminare aventi e indietro per la piccola stanza mangiandosi sgraziatamente le unghie. Brutto segno: stava pensando! E anche a qualcosa di diabolico aggiungerei. “Il tuo nuovo lui sembra una persona alternativa e su questo lato avete qualcosa in comune, perfetto!” Cosa diavolo stava andando blaterando? “Dovremmo pensare a qualcosa che stuzzichi la sua attenzione” “Ma il tradizionale metodo dell’affogare in una vaschetta di gelato ipercalorico?” mi ignorò troppo intenta nel suo scopo. “Dovremmo puntare su qualcosa di evidente, che possa caratterizzarti, renderti unico..” “E insieme al gelato anche delle ciambelline ricoperte di glassa al cioccolato e quegli zuccherini colorati tanto teneri, oppure quei cerchietti bicolore”. Si fermò in mezzo alla stanza, voltandosi lentamente verso di me. “Seby sei un genio” gridò lanciandosi con poca grazia sul mio fragile corpicino. Cosa mi ero perso? “Levati quel trucco sbavato sulla faccia e stampati un sorriso dobbiamo uscire, ti aspetto di sotto” disse eccitata, saltellando verso la porta. “Dove mi porti?” “Verso la tua vittoria” sorrise in modi sfida lasciandomi palesemente confuso.
Mi guardavo ancora attonito allo specchio non riconoscendomi nel riflesso che quel pezzo di vetro mi presentava. Passai un dito sul profilo del mio volto fermandomi sulle labbra continuando il percorso intorno alle sue curve fermandomi poi alla sua sinistra, dove da poche ore un piccolo cerchietto di metallo ornava il labbro inferiore. Abbassai sfiancato le braccia lungo i fianchi. Cambiando ottica, ispezionai i miei nuovi e indiscutibilmente eccentrici capelli. Il vecchio e sobrio color castano era stato sostituito interamente, nella parte anteriore erano diventati neri come le piume di un corvo, davanti.. Era difficile solo pensarci. Beh erano biondo platino. La mia pettinatura arruffata e sbarazzina era stata sovrastata dal potente potere della piastra, rendendoli perfettamente lisci, il tutto migliorato da chili industriali della migliore lacca sul mercato, il ciuffo corto mi copriva un occhio mentre il resto del taglio perfettamente scalato mi evidenziava i tratti del volto nascondendo le piccole imperfezioni. Fu un cambiamento abbastanza drastico ma nel complesso mi rendeva sicuro di me. Nel cammino verso casa diverse ragazze si erano girate verso di me sorridendo sornione, e non solo ragazze. Non che la cosa mi dispiacesse! Ma avevo sicuramente la mente altrove per darci troppo peso. Mi girai di scatto portando le mani sui fianchi e fissando Ashley che da mezzora alternava sghignazzate a occhiate di ammirazione. La fissai severo. “Allora?” domandai. “Allora cosa?” rise lei poggiandosi con i gomiti sul mio letto e studiandomi da capo a piedi. “Sono accettabile?” chiesi accennando con la testa anche alle montagne di borse poggiate sull’armadio fresche di shopping. “No” Rimasi basito dalla sua sincerità. Mi aveva fatto conciare così per nulla? Era il motivo buono per ucciderla molto brutalmente. “Sei molto più che accettabile, sei uno schianto Sebby” apostrofò molto chiaramente la parola ‘schianto’ cercando di farmelo inculcare una volta per tutte. Mi girai nuovamente verso lo specchio. Rimirando nuovamente la mia figura. Da quel momento iniziò la mia guerra contro Narciso. E credetemi vincere non fu certo difficile.
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